Castello di Calamandrana
Nel 1943 molti soldati fuggiti dalle caserme si rifugiarono a Calamandrana, durante lo scioglimento dell’esercito italiano. Il parroco don Emilio Carozzi e la popolazione li aiutarono. Nello stesso anno a Calamandrana alta si creò una formazione partigiana. Verso la fine del 1944 avvennero numerosi scontri, durante i quali le persone venivano minacciate e le case saccheggiate. Verso la fine del 1945 i partigiani tornarono in forza. Si poteva così controllare Canelli e la strada per Nizza. In questa situazione venne incendiato anche il Municipio.
Oggi l’edificio presenta un’impostazione planimetrica piuttosto irregolare ed è in parte intonacato e in parte in mattoni e pietre a vista.
Sono conservate le strutture sotterranee: cantine, camminamenti e la cisterna dell’antica fortezza. Del 1983 è la ristrutturazione del soffitto del salone ottocentesco.
Il castello di Calamandrana è circondato da un grande parco ed è raggiungibile attraverso una ripida e tortuosa strada; oltrepassato il cancello, la salita continua per un viale che conduce al caratteristico ponte levatoio.
Attualmente il castello, dominato dall’imponente torre ottagonale, è di proprietà privata, ed è adibito ad abitazione.